Approvato il Piano Intercomunale di Protezione Civile: è il primo in Veneto

Pubblicato il 12 novembre 2023 • Comunicati Stampa , Protezione Civile

Il Consiglio comunale di Montecchio Maggiore ha varato all'unanimità il nuovo Piano Intercomunale di Protezione Civile, un documento che stabilisce le linee guida, da attuare in caso di emergenza, condivise dai dodici Comuni che compongono il Distretto di Protezione Civile “Vicenza 9”. Una vasta area che si estende su quasi 250 chilometri quadrati, con 75 mila abitanti, formata dai territori di Montecchio Maggiore, Alonte, Brendola, Gambellara, Lonigo, Montebello, Montorso, Orgiano, Sarego, Val Liona, Zermeghedo e Zovencedo. In questi Comuni operano nove associazioni di Protezione Civile con circa 250 volontari totali. 

«Si tratta del primo Piano Intercomunale approvato in Regione», conferma con soddisfazione l'assessore alla protezione civile di Montecchio Maggiore, Loris Crocco. «Questo strumento, che include più realtà territoriali vicine, ci consente di agire con maggiore efficacia, utilizzando un “linguaggio” comune e osservando i fenomeni da una prospettiva più ampia. Gli altri benefici nell'utilizzare uno schema condiviso sono sicuramente l'ottimizzazione dei costi, oltre alla promozione di azioni di solidarietà e collaborazione tra i vari gruppi della zona. Abbiamo approvato una solida “struttura di base” che consentirà una continua evoluzione, grazie al costante aggiornamento delle banche dati». 

L'idea di arrivare a un unico piano di Protezione Civile d'ambito distrettuale è nata nei primi mesi del 2021. Ora, dopo due anni e mezzo, si è concluso l'iter in cui, oltre agli enti locali, è stata coinvolta la Provincia di Vicenza. Il documento valuta e analizza i rischi del territorio, stabilendo le procedure di intervento in caso eventi meteo estremi (come temporali di forte intensità, tempeste di vento, bufere di neve, siccità e alluvioni improvvise), terremoto, nevicate o gelicidio e per fenomeni di dissesto idrogeologico (frane, smottamenti ed esondazioni di corsi d’acqua). Tra le situazioni d'emergenza ipotizzate figurano gli incidenti gravi (dal tamponamento autostradale all’incidente ferroviario), il blackout con importanti guasti alla rete elettrica, gli incidenti industriali rilevanti in aziende che utilizzano sostanze pericolose e la ricerca di persone scomparse. Procedure operative sono previste anche per l'inquinamento della risorsa idrica potabile, incendi boschivi, il rischio epidemiologico e le ondate di calore estive. Casistiche che sono state applicate in varie simulazioni su ciascuno dei Comuni, delineando poi i conseguenti scenari e modelli di intervento. La redazione del piano ha contestualmente portato alla creazione di un sistema informatizzato open source per la gestione della sala operativa, personalizzabile e in continuo aggiornamento. 

«Il piano raccoglie tutte le attività coordinate e le procedure che devono essere adottate per fronteggiare un evento calamitoso sul territorio comunale. È il principale strumento che utilizza un primo cittadino per fronteggiare le emergenze», evidenzia il sindaco Gianfranco Trapula. «Descrive e analizza il territorio e i rischi presenti, le risorse e i mezzi a disposizione, le aree di attesa, ricovero, di ammassamento dei soccorritori e in generale le procedure di intervento. Anche i cittadini hanno avuto la possibilità di fornire il proprio contributo, partecipando a una consultazione online durante la fase di adozione».


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