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Cerimonia di suffragio in memoria di Stefano Dolcetta

La celebrazione si terrà alle 18 di lunedì 22 settembre 2025 nel Duomo di Santa Maria e San Vitale

Data :

17 settembre 2025

Cerimonia di suffragio in memoria di Stefano Dolcetta
Municipium

Descrizione

Montecchio Maggiore ospita una cerimonia di suffragio in memoria di Stefano Dolcetta Capuzzo, imprenditore e figura di riferimento dell’industria vicentina, scomparso lo scorso 14 agosto 2025 all’età di 76 anni. La celebrazione si terrà lunedì 22 settembre alle 18 nel Duomo di Santa Maria e San Vitale, in un momento pubblico e aperto a tutta la comunità, voluto dalla famiglia, dalla dirigenza di Fiamm e dall’amministrazione comunale con la parrocchia, per ricordare una personalità che ha lasciato un segno profondo nel tessuto economico e sociale della città.

«Per noi il rapporto con questa comunità è sempre stato forte. Mio padre ha trascorso gran parte della sua vita in Fiamm e ha trasferito parte di ciò che era alle persone che lavoravano con lui. Perciò la cerimonia è dovuta, perché tra lui e Montecchio non c’è mai stato un rapporto univoco, ma uno scambio reciproco», spiega il figlio Marco Dolcetta, sottolineando il legame tra la sua famiglia e il territorio.

«Ho avuto il privilegio di lavorare con lui ogni giorno negli ultimi quindici anni. Quello che gli riconosco più di ogni altra cosa è la grandissima umanità: il punto fondamentale del suo lavoro era stare vicino alle persone», ricorda Giovanni Zola, amministratore delegato di Elettra 1938 spa, società fondata da Dolcetta. «Abbiamo vissuto momenti belli e momenti difficili, ma lui, con i piedi per terra, diceva sempre che ce l’avremmo fatta. Ogni mattina la sua prima domanda era: “come stanno le persone?”. Questa sua attenzione al prossimo è l’eredità più grande che ci portiamo dentro».

«La cerimonia vuole essere un riconoscimento al dottor Stefano, come lo chiamavamo tutti», dichiara il sindaco Silvio Parise. «La famiglia Dolcetta e Fiamm rappresentano un connubio indissolubile con Montecchio Maggiore: non solo impresa, ma anche vicinanza alla comunità, come testimonia la presenza dell'asilo Dolcetta, ancora oggi esistente. Il suo era un chiaro esempio di imprenditoria che guardava al bene comune, e credo che la figura del dottor Stefano abbia lasciato un'impronta indelebile, con la sua autorevolezza e la sua umanità».

«La sua scomparsa è stata come un fulmine a ciel sereno», aggiunge il vicesindaco Gianfranco Trapula. «Ogni volta che ci confrontavamo con lui trovavamo un interlocutore che capiva le esigenze del Comune ed era disponibile a collaborare per portare avanti i vari progetti. Ha creato non solo la storia di Fiamm, ma anche quella della nostra comunità. Un legame che confidiamo possa continuare a rafforzarsi».

«La famiglia Dolcetta rappresenta per Montecchio quello che Ceccato è stato per Alte, i Marzotto per Valdagno e gli Olivetti per Ivrea: un esempio di imprenditoria illuminata, che ha saputo creare lavoro e progresso», è il ricordo dell’assessore Giampaolo Valerio.

«Ho conosciuto il dottor Dolcetta attraverso la voce degli operai», sottolinea il parroco di Montecchio Maggiore, don Giuseppe Tassoni. «Dalle loro parole emerge sempre l’immagine di un datore di lavoro attento alle persone, che faceva sentire i dipendenti accolti in una famiglia, protagonisti e non numeri. Dolcetta si è innamorato di Montecchio perché Montecchio si è innamorata di lui».

 

Nota biografica

Nato a Vicenza nel 1949, Stefano Dolcetta Capuzzo si laurea in Economia a Verona e consegue un master al Cuoa. Entra in Fiamm nel 1974, guidando l’espansione internazionale dell’azienda fondata dal nonno Giulio, con stabilimenti in Europa e in America e forniture a colossi come Ford, General Motors e Ferrari. Dopo una parentesi imprenditoriale autonoma, nel 2007 rientra come amministratore delegato e avvia un piano di rilancio che porta Fiamm a 620 milioni di fatturato e 3.300 dipendenti. Cavaliere del lavoro, vicepresidente di Confindustria e di Federmeccanica, nel 2015 assume anche la guida della Banca Popolare di Vicenza nel momento più difficile della storia dell'istituto. Visionario e pragmatico, ha investito nelle tecnologie sostenibili, dall’energy storage alle batterie sodio-nichel per la mobilità elettrica, portando avanti l’attività con Elettra 1938 e Horien. È stato un imprenditore colto, capace di unire competenza e attenzione alle persone, il cui lascito viene unanimemente riconosciuto, dal mondo dell'impresa a quello delle istituzioni.

Ultimo aggiornamento: 17 settembre 2025, 10:48

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